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Le misure di prevenzione e le sanzioni patrimoniali: tensioni interpretative nel dialogo tra le Corti

Venerdì 16 novembre alle 15:30, nell'aula magna di Villa Cerami (Dipartimento di Giurisprudenza), incontro conclusivo del ciclo di iniziative realizzate in collaborazione con il Centro di Diritto Penale Europeo

Venerdì 16 novembre alle 15:30 e sabato 17 novembre alle 9, nell'aula magna di Villa Cerami (Dipartimento di Giurisprudenza), si tiene il convegno su "Le misure di prevenzione e le sanzioni patrimoniali: tensioni interpretative nel dialogo tra le Corti".

L'incontro conclude l'ultimo dei tre cicli annuali di iniziative realizzate dalle cattedre di Diritto penale del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Catania (Giovanni Grasso, Anna Maria Maugeri, Rosaria Sicurella) in collaborazione con il Centro di Diritto Penale Europeo.

Il convegno viene organizzato nel quadro dell’azione finanziata dalla Direzione Generale “Educazione e Cultura” della Commissione europea, “Erasmus+ - Jean Monnet Support to Associations - Relaunching the Centro as a leading cultural association to foster education and legal training in European Criminal Law”, che ha l’obiettivo di contribuire all’opera di sensibilizzazione dei giuristi italiani sulle tematiche inerenti al fenomeno dell’incidenza del diritto dell’Unione europea sul diritto penale nazionale.

Il tema

In seguito alle recenti riforme introdotte nell’ambito delle misure di prevenzione e delle sanzioni patrimoniali da parte della l. 161/2017 e del d.lgs. n. 21/2018 emerge la necessità di una riflessione su tali strumenti alla luce del c.d. costituzionalismo multilivello o, meglio, del dialogo tra la Corte Costituzionale, la Corte di giustizia e la Corte europea dei diritti dell’uomo. In particolare la Corte Europea con la sentenza De Tommaso ha considerato la categoria dei soggetti a pericolosità generica previsti dal d.lgs. n. 159/2011 (c.d. codice antimafia), quali destinatari delle misure di prevenzione personali, in contrasto con il principio di legalità/tassatività e, quindi, con l’art. 2 prot. 4 CEDU che riconosce la libertà di circolazione, con evidenti ripercussioni anche per le misure patrimoniali laddove si applicano a tale categoria di destinatari. La problematicità dell’applicazione di una forma di confisca particolarmente invasiva – come riconosce la stessa Corte Costituzionale con la recente sentenza n. 33/2018 - anche in caso di prescrizione, si pone in termini simili rispetto alla confisca allargata ex art. 240 bis c.p. (prima art. 12 sexies d.l. 306/1992) in seguito alle recenti riforme, che con l’introduzione dell’art. 578 bis c.p.p. hanno cristallizzato l’orientamento giurisprudenziale che già consentiva l’applicazione di tale forma di confisca in seguito a prescrizione. 

Il convegno

L’approccio al tema sarà di carattere teorico-pratico, accanto agli accademici, chiamati a delineare ed esaminare i profili maggiormente teorici delle questioni, saranno coinvolti anche diversi operatori del diritto e rappresentanti delle istituzioni, con l’intento di garantire una visione trasversale e pluralistica dei profili analizzati. I lavori della prima giornata, presieduti da Maria Grazia Vagliasindi, primo presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, saranno introdotti da Anna Maria Maugeri, ordinario di diritto penale al dipartimento di giurisprudenza. Giovanni Fiandaca, ordinario di diritto penale all'università di Palermo, presiederà la giornata conclusiva.

(16 novembre 2018)

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