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Ripensare il tempo nel campo accademico tra ricerca, passioni e poteri

Giovedì 29 novembre alle 17:30, nell'aula "21 marzo" di Palazzo Pedagaggi (Dipartimento di Scienze politiche e sociali), presentazione dell'ultimo libro di Bernardino Palumbo

Giovedì 29 novembre alle 17:30, nell'aula "21 marzo" di Palazzo Pedagaggi (Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Via Vittorio Emanuele II, 49 - 2° piano), si presenta il libro di Bernardino Palumbo "Lo strabismo della DEA - Antropologia, accademia e società in Italia". 

L'evento si svolge nella cornice delle iniziative previste per la IV edizione del Festival della Felicità interna lorda, dedicato quest'anno al tempo come valore e come risorsa per vivere felici, misura del vivere insieme e risorsa preziosa (e insufficiente), nonché misura del grado di felicità di una collettività.

Mara Benadusi (docente di discipline demo-etno-antropologiche al Dsps) introduce il dialogo con l'autore, che sarà ritmato dagli interventi di Pietro Clemente (presidente di SIMBDEA e di IDAST - Iniziative Demo-etno-antropologiche e di Storia Orale in Toscana, già ordinario di Antropologia culturale nella Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze) e Pietro Saitta (docente di Sociologia generale all'Università di Messina).

Il libro

Quale capacità hanno le scienze sociali oggi di influire nella vita culturale e politica del paese? Quali nessi le collegano agli scenari accademici internazionali? E soprattutto come le dinamiche sociali, economiche e politiche del tardo liberismo hanno influito sull’università nel tempo, determinando quella condizione di sofferta precarietà esistenziale e intellettuale che sempre più attanaglia ricercatori e docenti?

Addentrandosi nei tempi asincroni della ricerca antropologica in Italia, il libro di Bernardino Palumbo propone un quadro delle diverse vicende e contingenze (interne ed esterne al campo accademico) che le discipline antropologiche hanno vissuto in Italia e negli scenari internazionali nel corso degli ultimi decenni. Ad un’analisi solo apparentemente “oggettiva” delle banche dati che l’autore ha potuto metter su a partire da due momenti istituzionali di valutazione della ricerca in cui è stato chiamato a partecipare (VQR 2004/2010 e ASN 2012/2013), si affiancano parti autobiografiche che esplicitano i suoi posizionamenti e la sua traiettoria intellettuale all’interno del campo disciplinare, interpretazioni di snodi della recente storia sociale e politica nazionale, letture delle principali linee intorno alle quali si è articolato il dibattito scientifico nelle antropologie nazionali e internazionali (soprattutto nord americane) degli ultimi decenni. Ne emerge un quadro articolato, documentato, appassionato, a volte provocatorio delle discipline antropologiche in Italia, quadro che potrà risultare di particolare interesse soprattutto per le future generazioni di studiose e studiosi.

(29 novembre 2018)

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La presentazione
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