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Faust ovvero Arricoghiti u filu

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Dal 25 al 27 gennaio, al Piccolo Teatro di Catania, in scena lo spettacolo di Vincenzo Pirrotta ispirato all’opera di Marlowe (biglietti ridotti per studenti universitari)

Dal 25 al 27 gennaio va in scena, al Piccolo Teatro della Città di Catania, lo spettacolo "Faust ovvero Arricogghiti u filu", ispirato all’opera di Marlowe.

L’incessante colluttazione con la propria coscienza e l’incontro con i vizi capitali. Sono questi i due aspetti preponderanti al centro dello spettacolo di Vincenzo Pirrotta, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo, che andrà in scena al Piccolo Teatro della Città di Catania venerdì 25, sabato 26 (ore 21) e domenica 27 gennaio (ore 18), nell’ambito della stagione teatrale impaginata dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale.

Lo spettacolo

Ispirandosi a "La tragica storia del Dottor Faust" di Cristopher Marlowe, prima potente incarnazione del mito faustiano, Vincenzo Pirrotta, autore, regista e interprete di questa originale trasposizione, trasporta nei nostri giorni il mito dell’uomo assetato di scienza, bellezza e successo, che vende l’anima al diavolo. In scena, al fianco dello stesso Pirrotta (che cura anche scene e costumi), l’attrice Cinzia Maccagnano. Le musiche originali sono di Luca Mauceri, assistente alla regia è Marta Cirello.

Se Marlowe descrive Faust come erede ribelle della riforma e dell’umanesimo, che riassume in sé i laceranti scontri ideologici e morali dell’epoca elisabettiana, pur rispettando la sua struttura drammaturgica Pirrotta si spinge a indagare il contratto stipulato da un Faust dei nostri giorni, gonfio d’orgoglio e di disperazione. Quali strumenti utilizza un Mefistofele d’oggi per la conquista delle anime? 

La scena è disseminata di simboli nascosti, il cui significato non sarà mai svelato, che appartengono a una dimensione esoterica con la quale il personaggio di Faust intrattiene una relazione costante e conflittuale.

Pirrotta ha concepito questa discesa agli inferi del protagonista come una sorta di rituale, che Faust celebra insieme a Mefistofele, ma della quale non è mai del tutto consapevole. Il suo è un delirio di onnipotenza, che lo porta a credere di aver raggiunto la conoscenza totale al punto di volersi spingere oltre. Nell’illusione di poter raggiungere una conoscenza totale, offuscato da questo pensiero, Faust non si rende conto che si sta giocando la sua eternità, e quando se ne renderà conto sarà ormai troppo tardi. Diversamente da Marlowe, nel quale è centrale la questione religiosa, il regista si concentra sulla storia di un singolo individuo, simbolo di tutta l’umanità. Questa storia è il ritratto dell’uomo contemporaneo, il racconto della sua mediocrità, dell’obnubilamento di fronte alla folle illusione di poter governare il mondo, che in realtà ci governa attraverso i suoi subdoli e pervasivi sistemi di controllo.

(25 gennaio 2019)

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