Domenica 19 marzo, al Teatro Massimo Bellini (ore 20:30), va in scena "Manon Lescaut" di Giacomo Puccini, in cartellone per la stagione lirica 2017.
Il primo, vero successo di un giovane compositore che dei giovani conosce l'indomabile passione d'amore, e la canterà nelle sue opere come nessun altro. Una partitura che vede mirabilmente fondersi la grande scuola italiana con la lezione wagneriana. È Manon Lescaut, voluttuosa e galante, cruda e tragica, in scena al Teatro Massimo Bellini con sette rappresentazioni (repliche dal 21 al 26 marzo).
L'esecuzione è affidata all'Orchestra e al Coro del Teatro e ad un cast internazionale. Sul podio il direttore madrileno José Miguel Pérez-Sierra, maestro del coro Ross Craigmile. La regia, mutuata da un allestimento di Pier Francesco Maestrini, è firmata a quattro mani da Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi; assistente ai costumi è Giovanna Giorgianni. Nel ruolo del titolo il soprano Alisa Zinovjeva, mentre in quello del cavaliere Des Grieux, torna al Bellini il celebre tenore Marcello Giordani. L'intraprendente Lescaut, fratello della bella e sensuale Manon, sarà il baritono Giovanni Guagliardo; nei panni del vendicativo Geronte de Ravoir agirà il basso Emanuele Cordaro. Nelle recite del 21, 23 e 25 la bacchetta passerà ad Antonino Manuli; Manon sarà il soprano Marina Nachkebiya, De Grieux il tenore Luis Chapa. In tutte le recite troviamo, nelle parti di fianco, l'Edmondo di Stefano Osbat, il Musico di Sonia Fortunato, e ancora Alessandro Abis nelle duplici vesti dell'Oste e del Sergente, Gianluca Failla in quelle del Comandante.
L'allestimento è della Fondazione Teatro Massimo di Palermo; per una migliore comprensione del testo sono previsti i sovratitoli in italiano e inglese.
Lunga e travagliata fu la genesi di questo dramma lirico in quattro atti, ispirato al romanzo Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut di Antoine François Prévost. Lunga e travagliata, a cominciare dal libretto, passato di mano in mano a tanti letterari, tanto che Ricordi stampò la prima edizione senza i nomi degli autori. A redigere i versi erano stati principalmente Domenico Oliva e Luigi Illica, con interventi di Marco Praga, Ruggero Leoncavallo, Giacomo Puccini, Giulio Ricordi e Giuseppe Adami. Fu proprio con l'aiuto di Illica che Puccini eliminò l'atto dell'idillio amoroso e trasformò i due quadri dell'atto III in atti separati (III e IV).
La première ebbe luogo con successo clamoroso la sera del 1º febbraio 1893 al Teatro Regio di Torino, protagonisti Cesira Ferrani e Giuseppe Cremonini Bianchi. Nonostante ciò, Puccini modificò la partitura a più riprese, per trent'anni, fino a poco prima di morire. E Ricordi pubblicò in Italia ben otto diverse edizioni. Ad accomunarle è lo sforzo di rendere al meglio le drammatiche atmosfere che fanno precipitare l'incantamento iniziale dei due giovani verso un destino funesto. La fuga d'amore da Amiens a Parigi dura poco per la volubilità di lei e la sua incapacità di sostenere una vita di stenti. De Grieux torna al suo richiamo e le perdona il tradimento con il ricco Geronte, ma la vendetta induce quest'ultimo a denunciare Manon, che viene condannata alla deportazione nelle Americhe come adultera e prostituta: Al Porto di Havre, De Grieux salirà sulla nave come mozzo pur di star accanto alla donna amata, fino all'agonia nel deserto di New Orleans.
(19 marzo 2017)