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L'invenzione della realtà

Dal 29 settembre all'1 ottobre, presso il dipartimento di Scienze della Formazione, convegno internazionale su scienza, mito e immaginario nel dialogo tra realtà psichica e mondo oggettivo

Da mercoledì 29 settembre a venerdì 1 ottobre, il dipartimento di Scienze della Formazione (via Ofelia 1, Catania) ospita il convegno internazionale “L’invenzione della realtà. Scienza, mito e immaginario nel dialogo tra realtà psichica e mondo oggettivo".

Il convegno è organizzato da Emanuele Coco (Disfor) insieme al Dipartimento di Scienze Umanistiche e alla École des hautes études en sciences sociales (EHESS) di Parigi ed è patrocinato dalla Società Filosofica Italiana (SFI), dal Centro Interuniversitario di Ricerche Epistemologiche e Storiche sulle Scienze del Vivente (ResViva) e dalla Fédération Internationale des Sociétés de Philosophie (FISP).

L'evento si articola in otto sessioni, distribuite su tre giorni, dedicate ai modi con cui la scienza, il mito e l’immaginario intervengono nella nostra percezione della realtà, sia essa una realtà esteriore (il mondo fisico) sia essa una realtà interiore (sogni e inquietudini del nostro sentire).

Il tema

Di quale realtà parliamo quando ci riferiamo a essa? Del cosmo? Del mondo circostante? Delle costruzioni intellettuali astratte che dobbiamo alla matematica, alla geometria e alle altre discipline centrate sulla ragione? Parliamo forse di una realtà esteriore, presente in quella parte del cosmo che non siamo noi, dunque di una realtà oggettiva (o oggettivata) che esisterebbe di per sé e prescindendo da noi? 

Oppure parliamo di un mondo interiore, soggettivo, il quale – al di là della sua possibile esistenza cartesiana in quanto cogito – sembra avere esistenza anche come pathos e come ethos, dimensioni tanto evanescenti e immateriali da sfuggire alle facili categorizzazioni, salvo a non cederle al «gioco delle forze» della «scienza empirica della natura», come osservava con biasimo Cassirer riferendosi alle forme del mito. 

E ancora, la realtà è una o molteplice? Il nostro sentire interiore, le nostre emozioni, le appartengono oppure sono fatti irreali (e irrisori) verso cui un certo rigore metodologico si sente ancora oggi in dovere di urlare allo «scandalo», sollecitando quel senso di unità e di ragionevole appello al ripudio con cui già salutò l’ultima filosofia di Schelling?

(29 settembre 2021)

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