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I promessi sposi

Venerdì 3 ottobre alle 20, nell'Auditorium del Monastero dei Benedettini, va in scena lo spettacolo teatrale diretto e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory nell'ambito del tour "In viaggio con Alessandro Manzoni. ​Il Teatro in biblioteca, in ogni regione italiana"

Fa tappa a Catania il tour "In viaggio con Alessandro Manzoni. Il Teatro in biblioteca, in ogni regione italiana", che prosegue venerdì 3 ottobre alle 20, nell'auditorium “Giancarlo De Carlo” del Monastero dei Benedettini.

Il tour. Fino dicembre 2014 il regista e attore Massimiliano Finazzer Flory, infatti, mette in scena I promessi sposi in tutte le 20 regioni italiane, con oltre 40 spettacoli organizzati in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Direzione Generale per le Biblioteche, la Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo e con il patrocinio del Centro Nazionale Studi Manzoniani.

La letteratura come spettacolo dal vivo nelle più belle biblioteche di ogni regione italiana al fine di valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese e difendere le biblioteche come impresa del sapere. «L'eredità di Manzoni - spiega Finazzer Flory - è finita nelle biblioteche e là spesso giace, senza parola. Con il teatro vogliamo dare voce e volto a questa eredità. Con la biblioteca come altare dell’ascolto».

Lo spettacolo. Finazzer Flory interpreta attraverso un monologo della durata di 75 minuti i capitoli più significativi dell’opera di Alessandro Manzoni tra cui il prologo, i bravi e Don Abbondio, Fra Cristoforo e Don Rodrigo, L’addio ai monti, La rivolta del pane, l’Innominato e Lucia, la morte di Cecilia. La messa in scena colloca il testo nel 1628 e mette l’accento sui dubbi e le domande dei personaggi, curvando i caratteri dei protagonisti come se si potesse origliare la loro coscienza, le loro inquietudini. «L’addio ai Monti è un addio a certezze che ritenevamo fondamentali perché incapaci di vedere altro. Allo stesso modo la rivolta del pane è oggi la rivolta della conoscenza, del bisogno di essa soprattutto da parte della gente più umile. Anzi è proprio l’umiltà la grande forza drammaturgica che orienta il testo e lo spettacolo. Per farci capire che la morte di Cecilia è la morte di tutti i bambini. Dei nostri. La pietà, così, diventa allora il terreno su cui la fede e la ragione possono e debbono trovare un accordo».

Lo spettacolo vede in scena anche Gilda Gelati, già prima ballerina del corpo di ballo del Teatro alla Scala, che danzerà su musiche di Giuseppe Verdi (i costumi sono della sartoria dalla Scala).

(03 ottobre 2014)

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