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Futurismo

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Venerdì 24 aprile alle 19 alle Fabbriche Chiaramontane (Agrigento) inaugurazione collettiva d'arte contemporanea. Visitabile fino al 21 giugno

Fillia, Spiritualità aerea

Venerdì 24 aprile alle 19 alle Fabbriche Chiaramontane (via San Francesco D'Assisi 1 - Agrigento) si inaugura una collettiva d'arte contemporanea. dal titolo Futurismo.  L'evento, a ingresso è libero, sarà visitabile fino al 21 giugno.

Le Fabbriche Charamontane sono gli spazi espositivi curati dall’Associazione Amici della Pittura Sicilianadell’Ottocento. Gli spazi espositivi sono parte del complesso architettonico di stile chiaramontano, edificato nel XIV secolo da Federico Chiaramonte, è costituito dalle antiche fabbriche, da diverse cappelle inglobate tra le costruzioni adornate da magnifici portali, dalla chiesa e da un’aula capitolare. Le fabbriche sono state trasformate dall’Associazione, nel massimo rispetto artistico e religioso dei luoghi, in luoghi espositivi.

Nel centenario del movimento ideato da Filippo Tommaso Marineti, il Futurismo, anche gli Amici della Pittura Siciliana intendono celebrare il più importante evento culturale della prima metà, se non di tutto il XX secolo. Già nel nome stesso il movimento si proietta nel futuro e non solo sul piano della rivoluzione formale e della novità dei contenuti, scardinando parametri, forme, sostanze e strumenti della cultura tradizionale con nuovi codici espressivi, ma anche in un suo protendersi nel tempo, come meta dei suoi reali esiti. Già nella sua stessa genesi afferma la volontà di un’autorigenerazione continua, assimilando in sé e plasmando futuristicamente le più vivaci dinamiche della società moderna, alimentando un continuum di invenzioni e creazioni, che si modificano con vari innesti e contaminazioni.

Il movimento futurista appare così penetrante, così tentacolare, così aperto ad una circolarità di orizzonti dal Nord al Sud e dal Sud al Nord, che è davvero inesatto frantumarlo e limitarlo sia geograficamente sia cronologicamente, negarne l’espandersi nello spazio e il fervido fluire nel tempo, come spesso oggi si fa, azzerando tutto un lungo lavoro di ricerca portato avanti negli ultimi decenni, per tratteggiarne le costanti presenze in una mappa topografica dei suoi “luoghi” di tutto rispetto.

I vari luoghi del Futurismo, dal Veneto alle Marche, dalla Toscana e dalla Liguria alla Campania e all’Umbria, avevano messo in luce una straordinaria quantità e qualità di opere e di figure interessanti e geniali, sparsi per tutta Italia, fin nei più emarginati paesi, ribaltando già allora l’idea di un Futurismo tutto chiuso tra Milano e Roma, conclusosi con la fine della prima guerra mondiale o con la morte di Boccioni e di Sant’Elia. Il Futurismo ha dilatato i suoi confini, si è spinto avanti, come voleva Marinetti, come volevano tutti i suoi fedeli seguaci.

Uno dei principali modelli di questa estensione è il fenomeno dell’aeropittura, così profondamente radicato nella sua struttura o tutti i collaterali manifesti, che, sotto la spinta della ricostruzione futurista dell’Universo, hanno rivisitato e riletto, dopo il 1915, quasi tutta la vita e l’arte italiana dei primi decenni del XX secolo.

L’avanguardia futurista non ha solo prodotto artisti e opere di grande livello, ma ha trasformato la moda, la pubblicità, la tipografia, la fotografia, l’architettura e perfino la cucina. Nessuna regione e nessuna città italiana, e fino alla morte del suo ideatore, rimangono estranee a questo fervore di eventi, a questo entusiasmo partecipativo, a questa vitalità creativa, che ancor oggi sbalordisce e riserva sempre nuove sorprese. E tanto meno può essere escluso dalla sua mappa ideale il Sud, dalla Calabria alla Puglia, dalla Campania alla Sicilia, un Sud, da cui scaturisce la crescita stessa del linguaggio futurista per le influenze esercitate a vasto raggio dalle sue pulsioni energetiche e dalla sua funzione di riequilibrio.

L’avanguardia futurista si pone come il maggiore fenomeno conoscitivo ed artistico italiano del Novecento divenendo uno dei principali elementi promotori della nuova cultura del Paese. Il movimento lascerà i suoi frutti dopo avere scosso le coscienze di molti giovani, sarà l’humus di un nutrito drappello di sperimentatori che ne saranno profondamente influenzati e spinti a un nuovo modo di far pittura. Tutto questo la mostra Futurismo intende confermare ed esaltare attraverso l’esposizione delle opere di alcuni dei maggiori pitturi futuristi italiani (Depero, Fillia, Baldessari, Vottero, Dormal ed altri) e dei siciliani Rizzo, Corona, Gloria, Varvaro, Lazzaro e D'Anna.

Per info: tel. 0932931154 - team@ottocentosiciliano.it

(24 aprile 2009)

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