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Mozart all’opera

Giovedì 19 maggio alle 17, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini, presentazione del libro di Giovanni Bietti alla scoperta dei tre capolavori "Le nozze di Figaro", "Don Giovanni" e "Così fan tutte"

Giovedì 19 maggio alle 17, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini, si presenta il libro di Giovanni Bietti "Mozart all’opera" (Editori Laterza). Coordinano le docenti di Musicologia e Storia della musica del dipartimento di Scienze umanistiche Maria Rosa De Luca e Graziella Seminara (sarà presente l’autore).

Il libro. «Mi basta sentir parlare di un’opera, essere in teatro, sentire i canti – oh, sono completamente fuori di me». Da questa inquietudine, che Mozart rivela in una lettera al padre, nascono la perfetta razionalità delle Nozze, il visionario miscuglio di generi del Don Giovanni, il taglio geometrico e sperimentale di Così fan tutte.

Sembrerebbe tutto semplice: un compositore sceglie un libretto e lo mette in musica, rivestendo le parole di note. Per Mozart è il contrario: vengono prima la musica, poi le parole. Perché per lui la poesia deve essere «figlia ubbidiente della musica». È al compositore che spettano le scelte drammaturgiche, è la musica che deve determinare il ‘tono’, il ritmo, il senso stesso del dramma. E infatti nelle tre opere – Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte – Mozart non si limita affatto a valorizzare gli ottimi libretti di Lorenzo Da Ponte. Scopre possibilità drammatiche latenti nelle pieghe del testo, lo reinterpreta, gli dà un senso nuovo attraverso la musica. Gli elementi della partitura interagiscono in modo miracoloso nel creare uno specifico colore, una perfetta atmosfera, un preciso ritmo drammatico. 

Con un linguaggio semplice e chiaro e l’aiuto di un gran numero di esempi musicali suonati e ‘raccontati’ dall’autore stesso nel cd allegato, Giovanni Bietti conduce alla scoperta delle caratteristiche drammatiche e musicali delle tre opere mozartiane. Scopriremo ad esempio perché il Don Giovanni – un’opera che comincia con un tentativo di stupro e un assassinio, e che finisce con la morte del protagonista – sia stato definito da Mozart un’opera buffa. Il senso c’è, ma non lo si capisce semplicemente dal testo: bisogna tendere l’orecchio alla musica, al suo linguaggio e alla sua stupefacente varietà.

(19 maggio 2016)

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