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Abolishing Democracy - Is the future post-political?

Venerdì 16 e sabato 17 gennaio, nell'aula magna di Palazzo Pedagaggi (Dipartimento di Scienze politiche e sociali), convegno internazionale per riflettere sul destino della democrazia nel nostro presente

Venerdì 16 e sabato 17 gennaio, nell'aula magna di Palazzo Pedagaggi, il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania, organizza il convegno internazionale "Abolishing Democracy: is the future post-political?", un invito a una riflessione profonda e non retorica sul destino della democrazia nel nostro presente, nel tempo in cui la politica sembra cedere il passo ai dati, agli algoritmi e alle decisioni automatizzate.

La domanda che attraversa l’intero incontro non è semplicemente se la democrazia sia in crisi, ma se stia mutando natura, se stia forse entrando in una fase ulteriore, post politica, in cui il potere tende a sottrarsi al conflitto e al linguaggio, così come alla decisione condivisa.

Il convegno riunisce filosofi, giuristi e politologi italiani ed europei per interrogare la democrazia come forma storica attraversata oggi da tensioni radicali: la governance algoritmica, l’automazione delle scelte, il potere delle piattaforme, la trasformazione della soggettività politica, la crisi della rappresentanza, la nuova relazione tra tecnica e comando. 

Ad aprire il confronto, dopo i saluti della direttrice del Dipartimento Francesca Longo, saranno gli interventi di Fabrizio Sciacca, che affronterà il nodo del mito della democrazia, e di Eric Heinze (Queen Mary University of London), che rifletterà sui conflitti tra universalismi e modelli democratici. 

Relazioni

Una voce centrale sarà quella di Roberta Sala (Università Vita-Salute San Raffaele), con una riflessione sulla possibilità di un dibattito politico più ragionevole oltre le polarizzazioni; Natascia Mattucci (Università di Macerata) indagherà la crisi del limite e lo “svelamento totale” del nostro tempo; Jean-Jacques Wunenburger (Université Jean Moulin Lyon 3) proporrà una meditazione sulla volontà generale come “automate spirituale”; Valentina Tirloni (Université Côte d’Azur) esplorerà opportunità e rischi delle piattaforme digitali per la democrazia; Thierry Ménissier (Université de Grenoble Alpes) analizzerà le nuove condizioni politiche dello Stato algoritmico; Paolo Bellini (Università dell’Insubria) affronterà la crisi della liberaldemocrazia nella civiltà occidentale. Antimo Cesaro (Università della Campania) guiderà una sessione dedicata ai nessi tra politica contemporanea e immaginari del futuro.

Numerosi studiosi daranno ancora forma a una riflessione corale sul presente: Margherita Geniale affronterà la sfida tecnocratica alla neutralizzazione del politico; Cassandra Basile interrogherà gli scenari distopici del potere algoritmico; Maria Rosaria Vitale rifletterà sulla libertà di parola nell’epoca delle Big Tech; Alessandra Micol Caprioli sulle nuove forme di partecipazione politica digitale. 

A questo intreccio di voci si uniranno inoltre Luigi Di SantoGiuseppe MascherettiMaria Teresa Pacilè, Chiara Sargiotta, Alessio Panaggio Silvano Poli, insieme ad Antonio Campati, che analizzerà la trasformazione delle élite e della rappresentanza politica nelle democrazie post liberali, Cristiano Maria Bellei, che ricostruirà il passaggio dal popolo agente allo spettatore passivo mettendo in luce la crisi profonda dell’immaginario democratico, e Antonello Nasone, che rileggerà criticamente la contestazione della democrazia nel pensiero di Ugo Spirito come snodo teorico ancora decisivo per comprendere il rapporto tra politica, tecnica e totalizzazione, Domenico Sergio Scalzo, che indagherà il nesso inquieto tra democrazia e anarchia, e Salvatore Muscolino, che si concentrerà sull’ordine politico democratico nel suo sdoppiarsi tra “realizzazione politica” e “realizzazione tecnica”. 

Con loro, Vincenzo PelusoVincenzo RaponeDonato Aliberti e Gianluca Dioni arricchiranno ulteriormente il quadro con riflessioni sul capitalismo politico, il linguaggio performativo, il nesso tra nazione e democrazia e le tensioni interne all’ordine politico democratico.

L’intero convegno si muove così lungo una linea di confine: tra democrazia e post-democrazia, tra decisione e automatismo, tra conflitto e neutralizzazione, tra politica e tecnica. Lo scopo quindi è quello di interrogare il modo in cui la democrazia si trasforma quando il potere assume forme sempre più opache, distribuite, impersonali.

L’evento è promosso nell’ambito del progetto TECMED – Technopower and the Metamorphosis of Democracy coordinato dal prof. Fabrizio Sciacca.

(16 gennaio 2026)

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