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Magari - Favola lieve di un mondo al contrario

Lunedì 26 maggio alle 19:30, al Centro Universitario Teatrale, spettacolo scritto e diretto da Graziana Lo Brutto e Chiara Seminara (Teatro Lunaria), restituzione del laboratorio teatrale Scena Erasmus. Ingresso libero

Lunedì 26 maggio alle 19:30 (e in replica alle 21), al Centro Universitario Teatrale (piazza Università 13, Catania), si tiene lo spettacolo "Magari - Favola lieve di un mondo al contrario", scritto e diretto da Graziana Lo Brutto e Chiara Seminara (Teatro Lunaria).

Si tratta della performance finale del laboratorio teatrale Scena Erasmus al quale partecipano studenti e studentesse dell'Ateneo insieme agli Erasmus in mobilità a Catania.

Ingresso libero, fino a esaurimento posti.

In ricordo di Valentina Barbagallo

Lo spettacolo - promosso nell'ambito del Programma Erasmus+ e delle attività realizzate da Unict in qualità di Ateneo partner dell'alleanza europea Eunice - European University - sarà preceduto dagli interventi di saluto delle delegate del rettore all'internazionalizzazione.

In occasione del debutto, inoltre, gli allievi del laboratorio ricorderanno Valentina Barbagallo, la coordinatrice dell'UO Relazioni Internazionali dell'Università di Catania che ha perso la vita in un tragico incidente avvenuto lunedì 19 maggio 2025.

L'evento sarà trasmesso in diretta streaming dal canale YouTube dell'Università di Catania.

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Sinossi

Paolo è un ragazzo qualunque che sente il peso dell’ingiustizia quotidiana. Una Fata svampita lo trascina in una dimensione parallela dove le regole sono ribaltate. 

Tutto è completamente al contrario rispetto alla dimensione da cui viene Paolo; l’acqua risale le colline, le persone nascono già rugose e muoiono bebè, il cielo brilla sotto i piedi e il pavimento è sopra la testa. Qui un ladro ti punta addosso la pistola per regalarti un orologio nuovo, i funerali si festeggiano con coriandoli , ai matrimoni scorrono fiumi di lacrime , e sul lavoro fa carriera chi non fa assolutamente niente. 

Tra gag surreali e incontri paradossali Paolo avverte il fascino di un sistema che, pur assurdo, sembra funzionare perché nessuno fa domande. 

Finché una “Luce” parlante lo costringe a guardare in faccia la parola più scomoda – la Verità – e a chiedersi se non esista un modo diverso, più giusto, di abitare la realtà. Immaginate lo spettacolo come un grande specchio deformante: ridiamo della follia di un universo al contrario per scoprire, subito dopo, che quelle stesse storture assomigliano molto alle nostre. 

La messinscena mette continuamente in cortocircuito leggerezza e inquietudine. Accettare l’ingiustizia è comodo, opporvisi richiede immaginazione e coraggio. 

Il viaggio di Paolo diventa allora un invito allo spettatore: non limitarsi a consumare la comicità ma riconoscerne il retrogusto amaro. Quando in platea si ride di un matrimonio in lacrime o di un politico che promette di abolire la notte , si ride anche – e soprattutto – di certe nostre abitudini acritiche. 

La domanda diventa dunque: se tutto fosse davvero sottosopra, avremmo il coraggio di rimetterlo dritto?

(26 maggio 2025)

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